"L'immobilità per me evoca grandi spazi in cui si producono movimenti che non si arrestano, movimenti che non hanno fine. È, come diceva Kant, l'irruzione immediata dell'infinito nel finito. ..." (Mirò J.)
giovedì 5 settembre 2013
Storia medioevale
L'IMPERO DI BISANZIO
L'Impero romano d'Oriente, separatosi dall'occidente dopo la morte di Teodosio I nel 395 d.c. dovrebbe segnare la fine dell'impero "romano" per sostituirlo con il termine "bizantino", da Bisanzio, l'antico nome della capitale Costantinopoli, oggi Istambul. Il termine Impero Bizantino però non venne mai utilizzato durante l'impero (395-1453), perchè i bizantini si consideravano "romei", cioè Romani in lingua greca, e chiamavano l'impero Basileia Rhomaion, cioè "Regno dei Romani", oppure, Rhomania. Alcuni datano la fine dell'Impero Romano al 476, con la caduta dell'imperatore d'Occidente Romolo Augusto, forse anche perchè sembra un destino che Roma inizi e finisca con Romolo. Altri identificarono la fine dell'Impero con il 395, alla morte di Teodosio I, altri ancora nel 330 con la fondazione di Costantinopoli da parte di Costantino I.
LA CADUTA DI ROMA
La caduta di Roma suscita ancora oggi emozioni, rimpianti e fantasie, per un mondo così diverso da quello circostante di allora, un mondo che se appare retrivo e crudele per certi versi, lo era molto meno dei popoli dell'epoca. Un mondo che peraltro appare civile, razionale e sublimamente creativo per altri. Infatti il medioevo che seguì segnò un notevole passo indietro nei principi civili, religiosi e innovativi.
Se da un lato fu messo fine alla schiavitù e ai crudeli giochi circensi dei gladiatori, dall'altro aumentò la miseria, scomparve l'alfabetizzazione, altissima nel mondo romano. Scomparvero medicina e chirurgia, scomparvero i servizi igienici, scomparve l'arte che retrocesse paurosamente e si persero molti diritti civili, soprattutto della donna e dei figli. La donna divenne schiava del marito e i figli persero la sacralità della toga praetexta riservata agli alti ranghi che proteggeva i bambini e gli adolescenti dalla violenza.
In più decadde quella tolleranza religiosa che era l'orgoglio della civiltà romana, imponendo invece una religione che per le sue incongruenze suscitò oltre 600 eresie, tutte combattute con la forza e nel sangue. La nuova religione si impose, al contrario di ciò che riferiscono i libri scolastici, attraverso l'abbattimento o la trasformazione dei luoghi di culto, delle immagini religiose, dei templi, stabilendo le nuove immagini sacre e soprattutto le nuove chiese in modo ossessivo, cancellando ogni preziosa traccia del passato, distruggendo un mare di opere d'arte, macinando statue, e infilando cappelle votive fin dentro le mura aureliane. Ma soprattutto obbligando la gente a convertirsi, pena l'emarginazione nonchè la morte.
IL NUOVO IMPERO
Si cominciò a parlare nei testi di Impero d'Oriente dal 364 d.c., ma ufficialmente iniziò nel 610, con l'ascesa al trono di Eraclio I, il quale modificò e snaturò la struttura dell'Impero, sostituendo il greco come lingua ufficiale al latino e assumendo il titolo imperiale di Basileus, in sostituzione del titolo di Augustus. L'impero bizantino, tra molte lotte, terminò nel 1453 con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi ottomani guidati da Maometto II. Non fu solo un cambiamento di dominatori ma un cambiamento di civiltà, ovvero una retrocessione di civiltà.
Nato il 17 gennaio 395 e caduto il 29 maggio 1453, quello bizantino è il più lungo nella storia, e se considerato parte dell'Impero romano, di cui fu unico e legittimo successore, durò dal 27 a.c. fino al 1453 d.c., quindi per un millennio e mezzo, esattamente 1480 anni.
LA STORIA
Fino al regno di Giustiniano I, nel VI secolo, si tentò ripetutamente di ricostituire l' unità dell'impero romano, lottando per sottrarre i territori occidentali ai conquistatori. Il greco fu la lingua di cultura e d'uso, com'era stata sempre nelle province orientali dell'impero romano. Il latino rimase comunque la lingua ufficiale dell'Impero d'Oriente per oltre due secoli, fino a che Eraclio non lo sostituì con il greco nel terzo decennio del VII secolo.
Prima del termine "bizantino", l'Impero veniva chiamato dagli occidentali Imperium Graecorum (Impero dei Greci). Gli europei occidentali consideravano il Sacro Romano Impero, e non l'Impero bizantino, erede dell'Impero romano; quando i re di Occidente volevano fare uso del termine Romano per riferisi agli imperatori bizantini, lo definivano Imperator Romaniæ anzichè Imperator Romanorum, un titolo che venne attribuito a Carlo Magno e ai suoi successori.
La dicitura di "Impero bizantino" fu introdotta nel 1557 dallo storico tedesco Hieronymus Wolf che in quell'anno stampò il libro Corpus Historiae Byzantinae. Seguì nel 1648 il libro Byzantine du Louvre e nel 1680 l'Historia Byzantina, di Du Cange, coi quali si diffuse il termine "bizantino". I bizantini si definivano "romani" anche se di lingua greca, e i musulmani conquistandone i territori fondarono il sultanato di "Rum", mentre gli europei occidentali venivano definiti "latini".
Nel V e VI sec. a Costantinopoli era ancora presente una cultura latina accanto a quella greca. Il latino era utilizzato nella ricerca storica, in campo giuridico (Codice teodosiano e Codice giustinianeo), e in campo linguistico: la grammatica latina di Prisciano di Cesarea fu la più diffusa in Europa e in Asia, insieme a quella di Donato, durante tutta l'età medioevale. Dagli ultimi decenni del V sec. e nel secolo successivo, la lingua greca sostituì quella latina. diventando lingua ufficiale sotto Eraclio I, nonchè nella Chiesa, dove divenne unica.
Nel VII secolo l'impero d'Oriente era ancora uno Stato multirazziale come lo era stato quello d'occidente, con Greci, Valacchi, Armeni, Ebrei, Egizi, Siriani, Illiri, Traci, Slavi. La civiltà greco-romana iniziò a vacillare sotto l'influenza religiosa che finalizzava l'arte e la conoscenza solo alla propaganda religiosa. Antiochia e Alessandria d'Egitto, immensi centri di scienza e cultura, vennero distrutti. Ne fa fede l'uccisione di Ipazia, famosa maestra di scienze e culture uccisa dal vescovo Cirillo che per questo fu fatto santo. La storia narrata nel film Agorà non è del tutto fedele, Ipazia non venne soffocata, ma, su istigazione di Cirillo, denudata e linciata dalla folla dei cattolici che la smembrarono viva.
Costantinopoli continuò ad essere comunque, fino agli inizi del XIII sec., la città più ricca e popolosa dell'epoca, custode almeno in parte dell'eredità culturale romana.
Religione
Tra infinite fazioni, scismi, eresie e dibattiti, nacquero i due grandi filoni romano e greco-ortodosso. La Chiesa greco-costantinopolitana, a differenza di quella romano-latina, non aveva il potere politico di quella occidentale, dove il papa si era inventato un falso documento, la donazione di Costantino, ponendosi come erede dell'Impero romano d'Occidente, amministratore del titolo imperiale che poteva concedere o togliere a suo insindacabile giudizio.
Il potere della Chiesa divenne enorme, perchè bastava scomunicare un regnante che dedcadeva il suo riconoscimento da parte del popolo cristiano. Così le famiglie patrizie romane cominciarono a battersi fra di loro, ed anche a brigare scambiando e comprando voti con terre e villaggi, per ottenere un titolo cardinalizio e magari il papato. I papi resero ancor più ricche le famiglie di provenienza, che acquisirono più ricchezze e più soldati, ma tutto sempre sotto il potere romano del papa. Ancor oggi i magnifici palazzi romani brulicano di insegne cardinalizie e papali.
Le origini
La suddivisione dell'Impero romano in governi separati, iniziò con il sistema tetrarchico, nel III sec., ad opera dell'imperatore Diocleziano, che divise l'impero in quattro parti, due ai Cesari, Galerio e Costanzo Cloro e due agli Augusti, Diocleziano e Massimiano. La tetrarchia finì nel 324 con Costantino, figlio di Costanzo Cloro, che riunificò l'impero sotto di lui, dopo la famosa sconfitta di Massenzio, figlio di Massimiano, presso ponte Milvio.
Per meglio difendere i confini Costantino scelse Bisanzio come nuova capitale, la cui costruzione fu completata nel 330. Il nome ufficiale fu "Nuova Roma", ma le rimase il nome popolare di Costantinopoli ("Città di Costantino"). Con l'editto di Milano del 313, che concedeva la libertà di culto ai cristiani, ma in effetti togliendo sempre più i culti pagani, l'Impero si trasformò da pagano a cristiano. Nel 395 Teodosio I affidò le due metà dell'impero ai suoi due figli: ad Arcadio l'Oriente, con capitale Costantinopoli, e a Onorio l'Occidente. Le due parti dell'impero, mai più riunite, saranno conosciute come Impero romano d'Occidente e come Impero romano d'Oriente.
Mentre prima i due imperi governavano di comune accordo, da Teodosio in poi, divennero indipendenti e talvolta contrapposti. Nel 476 Odoacre, re degli Eruli, depose l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto, donando le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente Zenone, in segno di sottomissione. Da tale momento l'Impero d'Oriente sarà l'unico a sopravvivere, considerandosi unico e legittimo erede dell'impero romano.
LE INVASIONI BARBARICHE
Pochi anni dopo la morte di Teodosio e la divisione nei due imperi nel 395, si scatenarono le invasioni barbariche del V sec. Queste ultime portarono rapidamente al collasso l'Impero Romano d'Occidente, bruciando e devastando, portando miseria e morte si che la nuova religione, che attribuiva il malanno alle colpe dell'uomo verso Dio, infiacchì ancor più gli esseri umani che abbandonarono le città e la milizia, fuggendo nelle campagne e nel monacato. Lo spirito romano era finito per sempre, sostituito dalla mortificazione della carne e l'espiazione dei peccati, un tipo di religione di impostazione prettamente orientale che era stata da sempre bollata come fanatismo dai Romani.
FINE DELL'IMPERO OCCIDENTALE
Nel 476, deposto Romolo Augusto, l'imperatore bizantino Zenone ricevette da Odoacre le insegne imperiali dell'Occidente, come riconoscimento di supremazia sull'intero mondo romano, disinteressandosi però delle vicende occidentali. L'imperatore aveva un'aura sacrale, diversa però dalla divinizzazione d'epoca imperiale: egli era il vicario divino sulla Terra, simbolo vivente del Cristo e garante della Chiesa. Mentre il titolo di Pontifex Maximus era limitato per l'imperatore a cerimonie d'uso che non obbligavano i fedeli, ma che anzi procuravano spettacoli e feste, qui assumeva un'aura sinistra di minacce dell'anima, fino alla dannazione eterna tra le fiamme.
GIUSTINIANO
Giustiniano I, salito al trono nel 527, fece l'ultimo tentativo di riconquistare l'occidente, la Renovatio imperii, ottenendo un parziale successo. Con i generali Belisario e Narsete, i Bizantini riconquistarono le province dell'Africa Settentrionale (530), parte della Spagna e la penisola italica. Giustiniano fece aggiornare l'antico codice legale romano nel nuovo Corpus iuris civilis, anche se le nuove leggi scritte in latino, lingua ormai desueta. La chiesa di Hagia Sophia, costruita dalla moglie Teodora divenne il centro della vita religiosa bizantina e della Chiesa ortodossa.
Sempre di epoca giustinianea venne edificata la chiesa di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna, città roccaforte del potere romano-orientale in Italia. In questo trionfo della imposta religione cristiana, venne chiusa la quasi millenaria Scuola d'Atene. Molti fra i suoi docenti furono costretti a rifugiarsi in Persia. Gli ultimi filosofi pagani torneranno grazie alla "pace eterna" siglata da Giustiniano con Cosroe ma senza più esercitare. La cultura classica venne cancellata e dimenticata. Si dovrà attendere il rinascimento per la sua riscoperta e valorizzazione da parte di grandi artisti.
BISANZIO
Nel 568, i Longobardi di Alboino conquistarono quasi tutta l'Italia del Nord, poi gli Slavi occuparono gran parte dei Balcani, i Visigoti cacciarono i bizantini dalla Spagna meridionale e i Persiani sasanidi attaccarono violentemente l'impero pur non riuscendo a conquistarlo. Dopo la morte dell'imperatore bizantino Maurizio a opera di Foca, l'imperatore sasanide Cosroe II riconquistò la provincia Romana di Mesopotamia, ma venne deposto nel 610 da Eraclio che divenne il nuovo imperatore bizantino, che tuttavia non evitò che i Sasanidi occupassero Damasco e Gerusalemme, fino all'Egitto che conquistarono nel 621. Successivamente i Sasanidi subirono una grossa sconfitta a Ninive nel 627, e nel 629 Eraclio firmò la pace con loro, costringendoli a restituire i territori occupati.
GLI ARABI
La guerra sfinì Bizantini e Sasanidi, per cui scesero in campo gli Arabi che occuparono Siria e Palestina, poi l'Egitto nel 642, finchè assediarono Costantinopoli. Dopo diversi insuccessi gli Arabi firmarono una tregua di 30 anni ma verso la fine del 600 conquistarono anche l'esarcato di Cartagine.
Eraclio ellenizzò l'Impero rendendo il greco la lingua ufficiale, prese il titolo di Basileus, divise l'impero in province militari chiamate themata. Ma le guerre di religione tra cattolici continuarono. Nell'VIII secolo le icone vennero bandite dall'Imperatore Leone III, portando alla rivolta gli iconoduli dell'Impero. Per la mediazione dell'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea si riunì nel 787 e affermò che le icone potevano essere venerate ma non adorate. Così furono tutti contenti.
Ma la controversia iconoclasta ritornò nel IX sec., le immagini dei santi, imposte dalla chiesa per sostituire i mille Dei dei pagus, sapevano appunto di paganesimo, ma la folla voleva le sue piccole divinità e del Dio unico non si fidava, per cui le icone vennero ripristinate nell'843. L'Impero si riprese sotto gli imperatori macedoni, fine IX e inizio XI sec., resistendo alla pressione della Chiesa Romana per rimuovere il Patriarca Fozio e guadagnò il controllo del Mare Adriatico, parte dell'Italia e molti dei territori in mano ai Bulgari, infine sconfitti da Basilio II nel 1018.
Poi i Normanni conquistarono l'Italia, e i turchi Selgiuchidi fecero parecchie acquisizioni in Asia Minore. L'Imperatore Romano IV nel 1071 venne sconfitto dal Sultano dei Selgiuchidi, perdendo molte province. La Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa intanto si divisero scomunicandosi tra loro nel 1054.
LA MORTE DELL'IMPERO
Gli ultimi secoli della vita bizantina cominciarono con un usurpatore, Alessio Comneno, che ottenne grandi successi contro i Turchi selgiuchidi. La sua richiesta di aiuto all'occidente in queste guerre, in cambio di riconoscimento alla Chiesa di Roma, spinse il papa ad indire la Prima Crociata. Poi le Crociate si moltiplicarono. I Bizantini non vedevano di buon occhio l'invasione dei Crociati cristiani, inoltre i Turchi selgiuchidi sconfissero Manuele nella Battaglia di Myriokephalon nel 1176.
Federico Barbarossa tentò di conquistare l'Impero durante la Terza Crociata, ma la Quarta fu un disastro. Espugnata Costantinopoli nel 1204, venne fondato l'Impero Latino, da cui scaturirono tre stati bizantini: Impero di Nicea, Epiro e Trebisonda. Il primo, sotto la dinastia dei Paleologi, riuscì a riconquistare Costantinopoli nel 1261. Infine i Turchi ottomani invasero tutto l'impero che chiamò in aiuto l'occidente, ma i diversi stati europei posero come condizione la riunificazione della Chiesa cattolica e di quella Ortodossa. L'unità delle Chiese però non si fece e Costantinopoli cadde nella Quarta Crociata, nel 1453. Maometto II conquistò anche Mistra nel 1460 e Trebisonda, ponendo così fine allo stato greco.
La frattura fra le chiese ortodosse e quella romana rimane a tutt'oggi una questione irrisolta. Il Patriarca di Costantinopoli è "primo fra pari" della Chiesa ortodossa orientale, riconosciuto come unico patriarca di Costantinopoli anche dalla Chiesa cattolica, come ai tempi dell'Impero, nonostante la difficile realtà delle antichissime comunità cristiane. Il papa invece è l'unico capo della Chiesa cattolica, nonchè dotato del potere temporale della piccola città del Vaticano. Il suo potere non è dinastico ma è assoluto.
(da:
L'IMPERO DI BISANZIO
L'Impero romano d'Oriente, separatosi dall'occidente dopo la morte di Teodosio I nel 395 d.c. dovrebbe segnare la fine dell'impero "romano" per sostituirlo con il termine "bizantino", da Bisanzio, l'antico nome della capitale Costantinopoli, oggi Istambul. Il termine Impero Bizantino però non venne mai utilizzato durante l'impero (395-1453), perchè i bizantini si consideravano "romei", cioè Romani in lingua greca, e chiamavano l'impero Basileia Rhomaion, cioè "Regno dei Romani", oppure, Rhomania. Alcuni datano la fine dell'Impero Romano al 476, con la caduta dell'imperatore d'Occidente Romolo Augusto, forse anche perchè sembra un destino che Roma inizi e finisca con Romolo. Altri identificarono la fine dell'Impero con il 395, alla morte di Teodosio I, altri ancora nel 330 con la fondazione di Costantinopoli da parte di Costantino I.
LA CADUTA DI ROMA
La caduta di Roma suscita ancora oggi emozioni, rimpianti e fantasie, per un mondo così diverso da quello circostante di allora, un mondo che se appare retrivo e crudele per certi versi, lo era molto meno dei popoli dell'epoca. Un mondo che peraltro appare civile, razionale e sublimamente creativo per altri. Infatti il medioevo che seguì segnò un notevole passo indietro nei principi civili, religiosi e innovativi.
Se da un lato fu messo fine alla schiavitù e ai crudeli giochi circensi dei gladiatori, dall'altro aumentò la miseria, scomparve l'alfabetizzazione, altissima nel mondo romano. Scomparvero medicina e chirurgia, scomparvero i servizi igienici, scomparve l'arte che retrocesse paurosamente e si persero molti diritti civili, soprattutto della donna e dei figli. La donna divenne schiava del marito e i figli persero la sacralità della toga praetexta riservata agli alti ranghi che proteggeva i bambini e gli adolescenti dalla violenza.
In più decadde quella tolleranza religiosa che era l'orgoglio della civiltà romana, imponendo invece una religione che per le sue incongruenze suscitò oltre 600 eresie, tutte combattute con la forza e nel sangue. La nuova religione si impose, al contrario di ciò che riferiscono i libri scolastici, attraverso l'abbattimento o la trasformazione dei luoghi di culto, delle immagini religiose, dei templi, stabilendo le nuove immagini sacre e soprattutto le nuove chiese in modo ossessivo, cancellando ogni preziosa traccia del passato, distruggendo un mare di opere d'arte, macinando statue, e infilando cappelle votive fin dentro le mura aureliane. Ma soprattutto obbligando la gente a convertirsi, pena l'emarginazione nonchè la morte.
IL NUOVO IMPERO
Si cominciò a parlare nei testi di Impero d'Oriente dal 364 d.c., ma ufficialmente iniziò nel 610, con l'ascesa al trono di Eraclio I, il quale modificò e snaturò la struttura dell'Impero, sostituendo il greco come lingua ufficiale al latino e assumendo il titolo imperiale di Basileus, in sostituzione del titolo di Augustus. L'impero bizantino, tra molte lotte, terminò nel 1453 con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi ottomani guidati da Maometto II. Non fu solo un cambiamento di dominatori ma un cambiamento di civiltà, ovvero una retrocessione di civiltà.
Nato il 17 gennaio 395 e caduto il 29 maggio 1453, quello bizantino è il più lungo nella storia, e se considerato parte dell'Impero romano, di cui fu unico e legittimo successore, durò dal 27 a.c. fino al 1453 d.c., quindi per un millennio e mezzo, esattamente 1480 anni.
LA STORIA
Fino al regno di Giustiniano I, nel VI secolo, si tentò ripetutamente di ricostituire l' unità dell'impero romano, lottando per sottrarre i territori occidentali ai conquistatori. Il greco fu la lingua di cultura e d'uso, com'era stata sempre nelle province orientali dell'impero romano. Il latino rimase comunque la lingua ufficiale dell'Impero d'Oriente per oltre due secoli, fino a che Eraclio non lo sostituì con il greco nel terzo decennio del VII secolo.
Prima del termine "bizantino", l'Impero veniva chiamato dagli occidentali Imperium Graecorum (Impero dei Greci). Gli europei occidentali consideravano il Sacro Romano Impero, e non l'Impero bizantino, erede dell'Impero romano; quando i re di Occidente volevano fare uso del termine Romano per riferisi agli imperatori bizantini, lo definivano Imperator Romaniæ anzichè Imperator Romanorum, un titolo che venne attribuito a Carlo Magno e ai suoi successori.
La dicitura di "Impero bizantino" fu introdotta nel 1557 dallo storico tedesco Hieronymus Wolf che in quell'anno stampò il libro Corpus Historiae Byzantinae. Seguì nel 1648 il libro Byzantine du Louvre e nel 1680 l'Historia Byzantina, di Du Cange, coi quali si diffuse il termine "bizantino". I bizantini si definivano "romani" anche se di lingua greca, e i musulmani conquistandone i territori fondarono il sultanato di "Rum", mentre gli europei occidentali venivano definiti "latini".
Nel V e VI sec. a Costantinopoli era ancora presente una cultura latina accanto a quella greca. Il latino era utilizzato nella ricerca storica, in campo giuridico (Codice teodosiano e Codice giustinianeo), e in campo linguistico: la grammatica latina di Prisciano di Cesarea fu la più diffusa in Europa e in Asia, insieme a quella di Donato, durante tutta l'età medioevale. Dagli ultimi decenni del V sec. e nel secolo successivo, la lingua greca sostituì quella latina. diventando lingua ufficiale sotto Eraclio I, nonchè nella Chiesa, dove divenne unica.
Nel VII secolo l'impero d'Oriente era ancora uno Stato multirazziale come lo era stato quello d'occidente, con Greci, Valacchi, Armeni, Ebrei, Egizi, Siriani, Illiri, Traci, Slavi. La civiltà greco-romana iniziò a vacillare sotto l'influenza religiosa che finalizzava l'arte e la conoscenza solo alla propaganda religiosa. Antiochia e Alessandria d'Egitto, immensi centri di scienza e cultura, vennero distrutti. Ne fa fede l'uccisione di Ipazia, famosa maestra di scienze e culture uccisa dal vescovo Cirillo che per questo fu fatto santo. La storia narrata nel film Agorà non è del tutto fedele, Ipazia non venne soffocata, ma, su istigazione di Cirillo, denudata e linciata dalla folla dei cattolici che la smembrarono viva.
Costantinopoli continuò ad essere comunque, fino agli inizi del XIII sec., la città più ricca e popolosa dell'epoca, custode almeno in parte dell'eredità culturale romana.
Religione
Tra infinite fazioni, scismi, eresie e dibattiti, nacquero i due grandi filoni romano e greco-ortodosso. La Chiesa greco-costantinopolitana, a differenza di quella romano-latina, non aveva il potere politico di quella occidentale, dove il papa si era inventato un falso documento, la donazione di Costantino, ponendosi come erede dell'Impero romano d'Occidente, amministratore del titolo imperiale che poteva concedere o togliere a suo insindacabile giudizio.
Il potere della Chiesa divenne enorme, perchè bastava scomunicare un regnante che dedcadeva il suo riconoscimento da parte del popolo cristiano. Così le famiglie patrizie romane cominciarono a battersi fra di loro, ed anche a brigare scambiando e comprando voti con terre e villaggi, per ottenere un titolo cardinalizio e magari il papato. I papi resero ancor più ricche le famiglie di provenienza, che acquisirono più ricchezze e più soldati, ma tutto sempre sotto il potere romano del papa. Ancor oggi i magnifici palazzi romani brulicano di insegne cardinalizie e papali.
Le origini
La suddivisione dell'Impero romano in governi separati, iniziò con il sistema tetrarchico, nel III sec., ad opera dell'imperatore Diocleziano, che divise l'impero in quattro parti, due ai Cesari, Galerio e Costanzo Cloro e due agli Augusti, Diocleziano e Massimiano. La tetrarchia finì nel 324 con Costantino, figlio di Costanzo Cloro, che riunificò l'impero sotto di lui, dopo la famosa sconfitta di Massenzio, figlio di Massimiano, presso ponte Milvio.
Per meglio difendere i confini Costantino scelse Bisanzio come nuova capitale, la cui costruzione fu completata nel 330. Il nome ufficiale fu "Nuova Roma", ma le rimase il nome popolare di Costantinopoli ("Città di Costantino"). Con l'editto di Milano del 313, che concedeva la libertà di culto ai cristiani, ma in effetti togliendo sempre più i culti pagani, l'Impero si trasformò da pagano a cristiano. Nel 395 Teodosio I affidò le due metà dell'impero ai suoi due figli: ad Arcadio l'Oriente, con capitale Costantinopoli, e a Onorio l'Occidente. Le due parti dell'impero, mai più riunite, saranno conosciute come Impero romano d'Occidente e come Impero romano d'Oriente.
Mentre prima i due imperi governavano di comune accordo, da Teodosio in poi, divennero indipendenti e talvolta contrapposti. Nel 476 Odoacre, re degli Eruli, depose l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto, donando le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente Zenone, in segno di sottomissione. Da tale momento l'Impero d'Oriente sarà l'unico a sopravvivere, considerandosi unico e legittimo erede dell'impero romano.
LE INVASIONI BARBARICHE
Pochi anni dopo la morte di Teodosio e la divisione nei due imperi nel 395, si scatenarono le invasioni barbariche del V sec. Queste ultime portarono rapidamente al collasso l'Impero Romano d'Occidente, bruciando e devastando, portando miseria e morte si che la nuova religione, che attribuiva il malanno alle colpe dell'uomo verso Dio, infiacchì ancor più gli esseri umani che abbandonarono le città e la milizia, fuggendo nelle campagne e nel monacato. Lo spirito romano era finito per sempre, sostituito dalla mortificazione della carne e l'espiazione dei peccati, un tipo di religione di impostazione prettamente orientale che era stata da sempre bollata come fanatismo dai Romani.
FINE DELL'IMPERO OCCIDENTALE
Nel 476, deposto Romolo Augusto, l'imperatore bizantino Zenone ricevette da Odoacre le insegne imperiali dell'Occidente, come riconoscimento di supremazia sull'intero mondo romano, disinteressandosi però delle vicende occidentali. L'imperatore aveva un'aura sacrale, diversa però dalla divinizzazione d'epoca imperiale: egli era il vicario divino sulla Terra, simbolo vivente del Cristo e garante della Chiesa. Mentre il titolo di Pontifex Maximus era limitato per l'imperatore a cerimonie d'uso che non obbligavano i fedeli, ma che anzi procuravano spettacoli e feste, qui assumeva un'aura sinistra di minacce dell'anima, fino alla dannazione eterna tra le fiamme.
GIUSTINIANO
Giustiniano I, salito al trono nel 527, fece l'ultimo tentativo di riconquistare l'occidente, la Renovatio imperii, ottenendo un parziale successo. Con i generali Belisario e Narsete, i Bizantini riconquistarono le province dell'Africa Settentrionale (530), parte della Spagna e la penisola italica. Giustiniano fece aggiornare l'antico codice legale romano nel nuovo Corpus iuris civilis, anche se le nuove leggi scritte in latino, lingua ormai desueta. La chiesa di Hagia Sophia, costruita dalla moglie Teodora divenne il centro della vita religiosa bizantina e della Chiesa ortodossa.
Sempre di epoca giustinianea venne edificata la chiesa di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna, città roccaforte del potere romano-orientale in Italia. In questo trionfo della imposta religione cristiana, venne chiusa la quasi millenaria Scuola d'Atene. Molti fra i suoi docenti furono costretti a rifugiarsi in Persia. Gli ultimi filosofi pagani torneranno grazie alla "pace eterna" siglata da Giustiniano con Cosroe ma senza più esercitare. La cultura classica venne cancellata e dimenticata. Si dovrà attendere il rinascimento per la sua riscoperta e valorizzazione da parte di grandi artisti.
BISANZIO
Nel 568, i Longobardi di Alboino conquistarono quasi tutta l'Italia del Nord, poi gli Slavi occuparono gran parte dei Balcani, i Visigoti cacciarono i bizantini dalla Spagna meridionale e i Persiani sasanidi attaccarono violentemente l'impero pur non riuscendo a conquistarlo. Dopo la morte dell'imperatore bizantino Maurizio a opera di Foca, l'imperatore sasanide Cosroe II riconquistò la provincia Romana di Mesopotamia, ma venne deposto nel 610 da Eraclio che divenne il nuovo imperatore bizantino, che tuttavia non evitò che i Sasanidi occupassero Damasco e Gerusalemme, fino all'Egitto che conquistarono nel 621. Successivamente i Sasanidi subirono una grossa sconfitta a Ninive nel 627, e nel 629 Eraclio firmò la pace con loro, costringendoli a restituire i territori occupati.
GLI ARABI
La guerra sfinì Bizantini e Sasanidi, per cui scesero in campo gli Arabi che occuparono Siria e Palestina, poi l'Egitto nel 642, finchè assediarono Costantinopoli. Dopo diversi insuccessi gli Arabi firmarono una tregua di 30 anni ma verso la fine del 600 conquistarono anche l'esarcato di Cartagine.
Eraclio ellenizzò l'Impero rendendo il greco la lingua ufficiale, prese il titolo di Basileus, divise l'impero in province militari chiamate themata. Ma le guerre di religione tra cattolici continuarono. Nell'VIII secolo le icone vennero bandite dall'Imperatore Leone III, portando alla rivolta gli iconoduli dell'Impero. Per la mediazione dell'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea si riunì nel 787 e affermò che le icone potevano essere venerate ma non adorate. Così furono tutti contenti.
Ma la controversia iconoclasta ritornò nel IX sec., le immagini dei santi, imposte dalla chiesa per sostituire i mille Dei dei pagus, sapevano appunto di paganesimo, ma la folla voleva le sue piccole divinità e del Dio unico non si fidava, per cui le icone vennero ripristinate nell'843. L'Impero si riprese sotto gli imperatori macedoni, fine IX e inizio XI sec., resistendo alla pressione della Chiesa Romana per rimuovere il Patriarca Fozio e guadagnò il controllo del Mare Adriatico, parte dell'Italia e molti dei territori in mano ai Bulgari, infine sconfitti da Basilio II nel 1018.
Poi i Normanni conquistarono l'Italia, e i turchi Selgiuchidi fecero parecchie acquisizioni in Asia Minore. L'Imperatore Romano IV nel 1071 venne sconfitto dal Sultano dei Selgiuchidi, perdendo molte province. La Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa intanto si divisero scomunicandosi tra loro nel 1054.
LA MORTE DELL'IMPERO
Gli ultimi secoli della vita bizantina cominciarono con un usurpatore, Alessio Comneno, che ottenne grandi successi contro i Turchi selgiuchidi. La sua richiesta di aiuto all'occidente in queste guerre, in cambio di riconoscimento alla Chiesa di Roma, spinse il papa ad indire la Prima Crociata. Poi le Crociate si moltiplicarono. I Bizantini non vedevano di buon occhio l'invasione dei Crociati cristiani, inoltre i Turchi selgiuchidi sconfissero Manuele nella Battaglia di Myriokephalon nel 1176.
Federico Barbarossa tentò di conquistare l'Impero durante la Terza Crociata, ma la Quarta fu un disastro. Espugnata Costantinopoli nel 1204, venne fondato l'Impero Latino, da cui scaturirono tre stati bizantini: Impero di Nicea, Epiro e Trebisonda. Il primo, sotto la dinastia dei Paleologi, riuscì a riconquistare Costantinopoli nel 1261. Infine i Turchi ottomani invasero tutto l'impero che chiamò in aiuto l'occidente, ma i diversi stati europei posero come condizione la riunificazione della Chiesa cattolica e di quella Ortodossa. L'unità delle Chiese però non si fece e Costantinopoli cadde nella Quarta Crociata, nel 1453. Maometto II conquistò anche Mistra nel 1460 e Trebisonda, ponendo così fine allo stato greco.
La frattura fra le chiese ortodosse e quella romana rimane a tutt'oggi una questione irrisolta. Il Patriarca di Costantinopoli è "primo fra pari" della Chiesa ortodossa orientale, riconosciuto come unico patriarca di Costantinopoli anche dalla Chiesa cattolica, come ai tempi dell'Impero, nonostante la difficile realtà delle antichissime comunità cristiane. Il papa invece è l'unico capo della Chiesa cattolica, nonchè dotato del potere temporale della piccola città del Vaticano. Il suo potere non è dinastico ma è assoluto.
(Da romanoimpero.com)